Resistenze batteriche ad antibiotico e cistiti ricorrenti

Resistenze batteriche ad antibiotico e cistiti ricorrenti: non prendete mai antibiotici a caso ma  fate solo terapie mirate!

 

Troppi antibiotici (inutili) contro le cistiti. E aumentano le resistenze

Nel 40% dei casi di cistite si prendono gli antibiotici, spesso in totale fai da te e senza che ce ne sia necessità. Così in Italia un batterio su due è resistente

Non è solo colpa dell’influenza. L’abuso di antibiotici dipende anche e soprattutto dall’impiego sconsiderato di questi farmaci per curare infezioni dell’apparato urinario, spesso nel più completo fai da te. L’allarme è stato lanciato dagli urologi durante l’ultimo congresso della Società Italiana di Urologia (SIU): in Italia un batterio su due è resistente ai fluorochinoloni, gli antibiotici più usati contro le cistiti.

Abuso troppo frequente
L’Italia, stando ai dati presentati dagli urologi, è al secondo posto in Europa per utilizzo di antibiotici con 530 milioni di dosi. Ma la colpa non è solo di quelli presi a sproposito per curare l’influenza, anzi: secondo le stime nel 40 per cento dei casi di cistite i pazienti prendono antibiotici di cui potrebbero fare a meno. Uretriti, cistiti, prostatiti: sono tantissime le situazioni in cui ci si trova a dover fare i conti con infiammazioni urologiche, nelle donne in età fertile per esempio la cistite ricorrente è uno dei problemi più comuni. «Queste infezioni sono spesso sottovalutate e trattate dalle donne in totale autonomia: l’autoprescrizione è un fenomeno molto difficile da quantificare, ma quando le cistiti sono recidivanti tantissime pensano di trattarle ricorrendo all’antibiotico prescritto dal medico la prima volta – osserva Vincenzo Mirone, segretario generale SIU –. In realtà le cistiti sono un sintomo, come la febbre: bisogna capire la causa dell’infiammazione e risolvere quella prima di tutto. Nelle donne per esempio sono dovute spesso al passaggio in vescica dei batteri intestinali, in situazioni di stitichezza o diarrea: occorre risolvere quelle, prima di dare un antibiotico per la cistite».

Anche in ospedale sovra prescrizione
C’è di più: l’80 per cento dei pazienti nei reparti di urologia è in terapia antibiotica, spesso senza che ce ne sia bisogno come nel caso di pazienti con colica renale, a cui sono prescritti in via preventiva, o in persone con batteri nelle urine in assenza di sintomi, una condizione che non va trattata con gli antibatterici. I risultati sono sotto gli occhi: «Ci siamo “bruciati” moltissimi antibiotici – ammette Mirone –. Beta-lattamici, aminoglicosidi, tetracicline e fosfomicina sono spesso armi spuntate, il 65 per cento dei ceppi di Pseudomonas aeruginosa, fra i maggiori responsabili delle infezioni ospedaliere urologiche e non solo, è resistente ai fluorochinoloni. Questi antibiotici, molto usati in urologia, sono fra quelli che hanno perso più rapidamente efficacia e in Italia la percentuale di resistenza è tra le più alte in Europa».

Il rischio per il futuro
Il rischio è trovarsi nel prossimo futuro in un’era post-antibiotica in cui si potrà morire per una cistoscopia, se gli antibiotici usati normalmente non saranno più efficaci. Purtroppo non sono all’orizzonte novità di rilievo sul fronte dei principi attivi, per cui per difendersi non resta che un uso accorto, come sottolinea Mirone: «In caso di cistite il primo passo è bere di più per diluire la carica batterica e regolarizzare l’intestino, aspettando 24-48 ore l’evolversi del problema per decidere se intervenire con gli antibiotici. Se serve la prescrizione, è importante riconoscere il germe coinvolto e dare l’antibiotico giusto, per il tempo giusto, alla concentrazione giusta. Insistendo nell’uso di antibiotici non solo si rischia di far emergere resistenze, ma si uccide anche la flora batterica intestinale normale che ha un ruolo fondamentale nel mantenere il benessere».

 

Fonte: http://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/17_ottobre_14/troppi-antibiotici-inutili-contro-cistiti-aumentano-resistenze-1ebdbdfa-b0c2-11e7-89fb-3048b9080d54.shtml