Uretrotomia Endoscopica

Uretrotomia Endoscopica. La TURP è un intervento che consiste nella sezione della stenosi uretrale diagnosticata.

Tale intervento viene effettuato per via endoscopica transuretrale. Lo scopo è il ripristino del normale calibro dell’uretra al fine di consentire il miglioramento dei disturbi urinari.

L’intervento viene eseguito in anestesia generale o spinale/peridurale.

Il paziente è in posizione supina, con le gambe poggiate sui cosciali.

Lo strumento operativo (uretrotomo) viene introdotto attraverso l’uretra fino a visualizzare la stenosi. Viene utilizzato un sistema di irrigazione continua con soluzione fisiologica o glicina.. La stenosi viene sezionata e aperta con l’uso di una lama fredda senza coagulazione che danneggerebbe l’uretra. Completata la sezione l’intervento si conclude con il posizionamento di un catetere vescicale a 2 o 3 vie per un eventuale lavaggio continuo.

La procedura dura circa 20-30 minuti, a seconda della lunghezza della stenosi.

Il Paziente deve segnalare eventuali patologie a carico delle valvole cardiache, eventuali disturbi della coagulazione noti o alterazione dei tempi di sanguinamento riscontrati in corso di precedenti manovre (per es. estrazioni dentarie).

  • I Pazienti che assumono antiaggreganti piastrinici (Cardioaspirina, Aspirinetta, Ascriptin e analoghi) devono sospendere il trattamento 7 giorni prima della biopsia, sostituendolo eventualmente con Eparina a basso peso molecolare (sotto il controllo del Medico Curante).
  • I Pazienti che assumono Sintrom o Coumadin devono sospendere il trattamento 10 giorni prima sostituendolo con Eparina a basso peso molecolare (sotto il controllo del Medico Curante). Il giorno dell’intervento è necessario portare in visione il referto relativo a ecg e esami ematochimici comprensivi di assetto coagulativo.

Il giorno dell’intervento dovrà portare in visione:

  • il referto della flussometria o dell’esame urodinamico
  • un esame delle urine con urinocoltura
  • l’ultimo dosaggio del PSA totale
  • eventuali cistografie

Il giorno dell’intervento: Il paziente tornerà in stanza con il catetere vescicale ed se necessario a con una irrigazione continua (cistoclisi), un accesso venoso per l’infusione di liquidi o di terapie necessarie. Rimarrà a letto fino all’indomani dell’intervento.

1° giorno postoperatorio: dovrà alzarsi e mettersi seduto, ma solo con l’aiuto del personale infermieristico di reparto. Cefalee o mancamenti sono assolutamente normali in quanto dovuti all’anestesia e allo stress chirurgico. E’ consentito fare colazione con the, marmellata e fette biscottate. Se avesse nausea o vomito è meglio evitare l’assunzione di alimenti per via orale. L’emissione di gas è conferma della ripresa della motilità intestinale e dovrà essere comunicata al personale medico o infermieristico

2° giorno postoperatorio: è assolutamente necessaria la mobilizzazione del paziente. Sempre con l’aiuto del personale infermieristico dovrà iniziare a muovere i primi passi e a camminare.. Se il medico lo riterrà possibile si rimuove il catetere vescicale e si monitorizza la diuresi e il paziente potrà essere dimesso il giorno stesso. Come potrà notare si verifica una ripresa rapida di tutte le capacità fisiche. Il medico deciderà quando è possibile dimetterla dall’ospedale.

Dopo la dimissione è preferibile evitare sforzi e viaggi in macchina, moto, bicicletta per tre settimane. Per i rapporti sessuali è necessario attendere almeno 45 giorni. Nei primi giorni dopo la rimozione del catetere sono frequenti l’aumento del numero delle minzioni e il bruciore urinario. Se questi sintomi tendessero a peggiorare è consigliabile eseguire l’esame delle urine e l’urinocoltura. Quello che noterà da subito dopo l’intervento è un aumento del calibro del getto.

Complicanze precoci:
• infezioni delle vie urinarie

Complicanze tardive:
• incontinenza urinaria (2,3%): è per lo più una incontinenza da “stress”, ovvero si evidenzia in occasione di aumenti della pressione endoaddominale (colpi di tosse, starnuti, sollevamento di pesi);
• stenosi uretrale: qualunque manovra endoscopica è soggetta a possibili traumatismi dell’uretra che ne determinano un restringimento. In relazione alla sede e alla lunghezza della stenosi si decide che tipo di intervento è più corretto eseguire per correggere questo restringimento del canale uretrale.

Dott. Alberto Pansadoro – Direttore S.C. Urologia A. O. Santa Maria – Terni

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