Ureterolitotrissia

Ureterolitotrissia. Questo intervento viene eseguito in anestesia le cui modalità verranno spiegate esaurientemente dall’anestesista.

Questo intervento prevede che il chirurgo risalga lungo le vie urinarie sfruttando gli accessi naturali (meato uretrale) utilizzando fili guida e strumentario endoscopico rigido o flessibile a seconda delle necessità. Una volta raggiunta la formazione litiasica questa viene frammentata impiegando opportune fonti di energia e i frammenti di più grosse dimensioni estratti con apposite pinze o “cestelli”.

Se necessario, al termine dell’intervento potrà essere lasciato in sede uno cateterino ureterale (doppio J) per meglio drenare le cavità renali o, in casi eccezionali, un drenaggio percutaneo (nefrostomia). Il doppio J verrà rimosso in un secondo tempo.

L’intervento dura in genere da 30 minuti a due ore a seconda della posizione e delle dimensioni della litiasi da trattare. Mi è stato spiegato che una volta terminato l’intervento, alla ripresa della minzione dopo la rimozione del catetere vescicale potrebbero comparire ematuria (sangue nelle urine), dolori tipo colica renale o lombalgia, espulsione di frammenti litiasici.

Le possibili complicanze associate a questo intervento; in particolare le più frequenti sono rappresentate da:

  • Coliche renali;
  • Prolungata ematuria;
  • Stenosi ureterale;
  • Persistenza di frammenti litiasici in uretere;
  • Infezioni delle vie urinarie/sepsi;
  • Perforazioni ureterali, avulsione ureterale (evenienza per la quale può essere necessario procedere subito ad un intervento chirurgico classico con riparazione del danno ureterale provocato e che, in casi eccezionali, può condurre fino alla necessità di dover togliere il rene).

Dott. Alberto Pansadoro – Direttore S.C. Urologia A. O. Santa Maria – Terni

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